Il nostro cervello è uno degli organi più importanti del nostro corpo, se non il più importante, ma non ce ne prendiamo cura abbastanza come per gli altri.
Eppure, il cervello è l’organo con il più alto dispendio energetico, ne regola approvvigionamento e controlla la funzione di molti organi periferici. Queste funzioni richiedono un’intensa attività neuronale, dando al cervello la più alta richiesta metabolica in proporzione alla sua dimensione.
I costi metabolici immediati del cervello dipendono dal suo stato di attivazione. Durante il sonno il tasso metabolico è basso ma è stato osservato un aumento del consumo di energia, che deriva quasi esclusivamente dal metabolismo del glucosio, quando veniamo sottoposti ad un compito cognitivo.
Il cervello, però, non è in grado di immagazzinare quantità significative di energia, pertanto, il corpo è tenuto a fornire glucosio al cervello in modo rapido ed efficace. Per preservare la funzione cognitiva rispetto a quella degli organi periferici, il cervello dà priorità al proprio fabbisogno di glucosio, da qui la teoria del “cervello egoista”.
L’energia mentale non consiste solo nel mero consumo di glucosio ma è molto più. C’è chi ha identificato l’energia mentale come capacità di attenzione, chi come tempo di reazione, chi la associa alla memoria, velocità di elaborazione e così via.
Uno dei principali studiosi del settore, Lykken (2005) ha definito l’energia mentale come “la capacità di un individuo di svolgere compiti cognitivi per lungo tempo, mantenendo l’attenzione e bloccando le distrazioni per raggiungere un determinato compito.”
Le biografie delle persone di grande successo, nella scienza e in altre discipline, suggeriscono che, oltre al loro dono intellettuale sono dotati di una straordinaria abbondanza di energia mentale. Secondo Lykken, queste persone possono concentrare la loro attenzione su alcuni compiti per lunghi periodi di tempo senza stancarsi o distrarsi dal problema in questione.
GLI STUDIOSI DELL’ENERGIA MENTALE
Da Archimede a Socrate, da Galileo a Newton, da Einstein a Richard Feynman, molti geni scientifici e matematici sono stati, non solo molto intelligenti, ma anche capaci di totale e prolungato livello di concentrazione grazie ad una straordinaria abbondanza di energia mentale. Allo stesso tempo, viene riconosciuta l’importanza di altri fattori quali l’interesse, l’ambizione e l’impulso ma che diventano inefficaci una volta esaurita l’energia mentale.
Sebbene Lykken abbia proposto una definizione preliminare di energia mentale e ne abbia descritto l’importante ruolo nel funzionamento umano, non esiste ancora oggi una definizione unica.
Per affrontare questo problema, la filiale nordamericana dell’International Life Science Institute (ILSI) ha avviato una conferenza mondiale nel 2004 per definire e concettualizzare l’energia mentale. Dopo la discussione, hanno definito l’energia mentale come “l’intensità del sentimento soggettivo sulla propria capacità di svolgere compiti cognitivi della vita quotidiana”.
L’ILSI ha fornito un modello preliminare di energia mentale che comprende 5 componenti principali tra cui la motivazione, la capacità di pensiero, qualità della vita e dell’umore.
Ad oggi quindi, quello che sappiamo dell’energia mentale è che è una risorsa limitata, direttamente influenzata da fattori esterni come lo stato emotivo e lo stato psico-fisico nel suo insieme. Essendo lo stato emotivo in diretta correlazione con l’energia mentale, ne deriva che mantenere un certo tipo di equilibrio emozionale permette di non esaurire rapidamente le proprie scorte.
Quando l’energia mentale inizia ad essere insufficiente, si parla di stanchezza mentale, qui trovi maggiori approfondimenti.
L’esaurimento di energia mentale non è necessariamente il risultato di situazioni che non vanno come vorremmo, o di qualsiasi grande turbamento (sebbene questo caso sia frequente): più probabilmente si tratta di un accumulo di troppe decisioni, troppo lavoro oppure troppo carico emotivo senza avere il tempo di staccare e ripristinare le riserve energetiche.
Tutto ciò può portare a problemi di salute: depressione, malattie cardiache, malattie croniche e malattie autoimmuni comportano insonnia o disturbi del sonno, che possono a loro volta causare affaticamento mentale. Si crea quindi un circolo vizioso: più siamo mentalmente stanchi, meno siamo capaci di tenere il passo con le esigenze della giornata. Diventa più difficile prendere decisioni sane, rimanere concentrati sui compiti e mantenere la calma. Può anche diventare difficile regolare le emozioni.
L’esaurimento dell’energia mentale non va però confuso con il burnout, frutto di periodi prolungati di stress e frustrazione derivanti dalla situazione lavorativa. Infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo definisce come “… una sindrome concepita come risultante dallo stress cronico sul posto di lavoro che non è stata gestita con successo“.
Puoi approfondire il tema del burnout qui.
È poco realistico pensare che si cambiare completamente stile di vita ma combattere la stanchezza e ritrovare l’energia mentale si può. Premesso che è necessario escludere il fatto che il calo di energia mentale e di stanchezza derivi da eventuali cause mediche grazie ad una diagnosi del proprio medico, può essere di aiuto seguire queste semplici, ma spesso sottovalutate, indicazioni.
ALIMENTAZIONE
L’alimentazione rimane sempre un fattore chiave: una dieta equilibrata e varia assicura che il corpo riceva i giusti nutrienti, Molto importante è assumere il corretto fabbisogno di vitamine. Le vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B12, contribuiscono alla trasformazione del cibo in energia che le cellule possono utilizzare per il loro metabolismo. Dunque, oltre a essere tra le più importanti vitamine per l’energia mentale, la vitamina B12 è importante per mantenere sano il sistema nervoso.
CAMBIA LE TUE ABITUDINI QUOTIDIANE
All’origine della mancanza di energia mentale può esserci uno stile di vita o abitudini quotidiane poco salutari. Dormire troppo poco, andare a letto tardi oppure ad orari diversi comporta uno stress non indifferente per il corpo e la mente. Come principio base, il tempo dedicato al riposo deve essere simile a quello dedicato alle varie attività. Ad uno sforzo intenso deve corrispondere un periodo di recupero adeguato.
FAI PIÙ ESERCIZIO FISICO
Può sembrare una contraddizione: come è possibile fare esercizio fisico quando ci si sente esausti? In realtà l’esercizio fisico aiuta a rompere il circolo vizioso della sedentarietà e solo questo rappresenta un sollievo per il cervello affaticato. Non è necessario affrontare sedute interminabili in palestra ma è sufficiente cogliere tutte le occasioni che si presentano durante la giornata: utilizzare le scale anziché l’ascensore oppure fare una breve passeggiata sfruttando la pausa pranzo. Le occasioni sono innumerevoli!
Nel nostro blog troverai tanti altri suggerimenti su come combattere l’affaticamento mentale e su cosa fare per mantenere l’energia mentale.
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Riferimenti
David Likken Intelligence 33 (2005) 331–335 Science Direct, Elsevier, 2004
Cognitive methods for assessing mental energy, Harris R. Lieberman, Pages 229-242 | Published online: 05 Sep 2013
Mental Energy: defining the science. A workshop of the ILSI North American Technical Committee On Energy 8 novembre 2004, Washington